Arte, natura, artisti in letteratura


"[...] Là in quella casa viveva un uomo di nome Thomas Hudson, che era un buon pittore e passava lavorando là e sull'isola la maggior parte dell'anno. [...]
 Aveva un grosso mucchio di legna accatastata contro la parete della casa rivolta a mezzogiorno. Era calcinata dal sole e rôsa dal vento, e lui s'invaghiva così tanto di questo o quel pezzo che non aveva il coraggio di bruciarlo. Ma c'era sempre della legna nuova lungo la spiaggia dopo le burrasche, e lui scoprì che era divertente bruciare anche i pezzi che gli piacevano. Sapeva che il mare ne avrebbe scolpiti degli altri, e nel freddo della sera sedeva in poltrona davanti al fuoco,  leggendo alla luce della lampada posata sul pesante tavolo di legno, e mentre leggeva alzava lo sguardo per udire,fuori, il vento di nord-ovest che soffiava e il fragore della risacca, e per guardare i grossi pezzi di legno che ardevano.
 Qualche volta spegneva il lume e si coricava sul tappeto che copriva il pavimento per contemplare le frange colorate che il sale marino e la sabbia penetrata nel legno creavano, bruciando, nella fiamma. Là sul pavimento aveva gli occhi alla stessa altezza della legna che ardeva e vedeva i contorni della fiamma quando essa si alzava dal ceppo e questo lo rendeva triste e felice nel medesimo tempo. Tutta la legna che bruciava gli faceva questo effetto. Ma quando bruciava la legna gettata dal mare sulla spiaggia provava qualcosa che non riusciva a definire. Pensava che forse bruciarla era uno sbaglio, se gli piaceva tanto; eppure non provava alcun rimorso.
[...]
Ricordava cosa aveva detto Renoir quando lo informarono che Gauguin era andato a dipingere a Tahiti. «Perché deve spendere tanti soldi per andare a dipingere così lontano quando si dipinge così bene qui a Batignolles?» Era meglio in francese, «quand on peint si bien aux Batignolles», e Thomas Hudson pensava all'isola come al suo quartier e ormai vi si era stabilito e conosceva i vicini e lavorava sodo come aveva sempre fatto a Parigi quando Tom junior era solo un bébé.
[...]
 Ogni tanto doveva recarsi a  New York per vedere il suo mercante. Più spesso, ora, però, veniva il suo mercante giù a trovarlo e ripartiva con le tele per il nord. Thomas Hudson era un pittore ormai affermato, molto apprezzato sia in Europa che nel suo paese. Aveva una rendita annua proveniente da certe concessioni petrolifere sulla terra appartenuta a suo nonno. [...], sicché poteva dipingere proprio quello che voleva senza dover sottostare a nessuna pressione commerciale. La rendita gli consentiva anche di vivere dove gli pareva e di viaggiare quando ne aveva voglia."

Ernest Hemingway, Isole nella corrente, trad, V. Mantovani, Arnoldo Mondadori editore, 1970; parte prima, I.






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